Venerdì il CdM ha varato un decreto che sarà ricordato come uno dei peggiori e più iniqui del dopoguerra. Se le misure non saranno cambiate le conseguenze per l'economia e la società italiana saranno pesantissime.
Oltre all’ingiustizia il PD denuncia il ritardo colpevole del Governo che ha negato per anni la gravità della situazione. Queste misure non sono la «tassa dell'Europa», ma dovrebbero chiamarsi – come ha scritto Mario Monti- «tassa per i ritardi malgrado l'Europa».
Un altro grave difetto del provvedimento è che non affronta i problemi della competitività e della crescita, delle riforme strutturali indispensabili per rimuovere i vincoli all’economia. Il federalismo fiscale, presentato pochi mesi fa come la riforma strutturale per rilanciare il sistema Italia viene definitivamente affossata. I Comuni sono messi in ginocchio e con essi l’economia locale e tante imprese che lavorano per i servizi pubblici.
Il PD è a fianco dei sindaci che NON ACCETTANO tagli insostenibili. Non devono ingannare le improvvisate misure “contro i costi della politica”, poiché quelli che vengono contrabbandati come tagli alla politica sono in realtà tagli ai servizi degli enti locali, che si rivarranno sui cittadini, cioè di nuovo, sempre e soltanto su ceti popolari, sulle famiglie e sui ceti medi.
La demagogia del Governo arriva al punto di tagliare elementari presidi istituzionali come i piccoli comuni di montagna, ma non tocca i privilegi statali, né gli sprechi ridicoli come ministeri di Monza.
Questo dimostra la lontananza del mondo politico dai cittadini che gli impedisce di cogliere sia il risentimento crescente per i loro innumerevoli privilegi sia le difficoltà della vita di tutti i giorni per i normali cittadini.
Non ci commuove il cuore del Premier «che gronda sangue». Ci preoccupano i bilanci famigliari degli italiani che grondano debiti: il tasso di risparmio delle famiglie è a livelli minimi da decenni, l’indebitamento ai massimi. Questo il risultato della cura Berlusconi.
In questa finanziaria non ci sono misure per favorire la crescita mentre i provvedimenti previsti aggraveranno il rallentamento in atto e la contrazione del prodotto lordo.
Il governo non riesce a far balenare alcuna luce in fondo al tunnel. Gli italiani avrebbero accettato una manovra più severa, se fosse stata più giusta e destinata anche a stimolare la produzione.
Il PD ha presentato da tempo le sue proposte per l’economia e da ultimo Bersani ha messo in campo concrete misure alternative.
Al primo posto vi è una misura di giustizia indispensabile: far pagare anche le rendite dei capitali rientrati dall’estero grazie al vergognoso sconto di Tremonti. Chi, rimanendo anonimo, ha pagato il 4 o 5% ora paghi il 20% come tutti.
Un’altra misura è quella di approvare subito la legge per dimezzare i parlamentari fin dalla prossima legislatura, da votare in Parlamento a settembre senza alcun indugio.
Nei prossimi giorni diffonderemo e discuteremo le nostre proposte coi cittadini, nelle nostre feste, nei dibattiti. La manovra va cambiata, per il bene dell’Italia. |